Come si ottiene questo burro?
I semi non ancora maturi posseggono una protezione verde che tende a scurire mano a mano che il seme giunge a maturazione, fino a diventare marrone. E’ da questi semi giunti a completa maturazione che si ottiene il burro di karitè. Dalla sua estrazione si possono ottenere 4 diversi gradi di purezza:
Si passa poi ad una fase delicata perché la lavorazione della materia prima influisce sulla sua composizione finale.
Per capire quali siano le differenze tra i diversi gradi di purezza dobbiamo prima approfondire il metodo di estrazione e di lavorazione.
La raccolta delle noci avviene tra metà giugno e metà settembre cioè quando i frutti sono maturi e cadono a terra spontaneamente. Curiosità: vengono raccolti solo i frutti caduti affinché la resa finale in burro risulti maggiore. In ogni caso le noci non vanno lasciate troppo tempo a terra altrimenti potrebbe iniziare la germinazione e questo non gioca a favore della resa finale. Le noci vengono fatte essiccare in modo che il guscio esterno possa essere rimosso più facilmente: il passaggio successivo è proprio la rimozione manuale di questo involucro fino ad ottenere il cosiddetto dado pulito.
Il dado viene fatto essiccare per ridurre al minimo la percentuale di umidità, poi macinato per ottenere dei granuli fini che vengono infine fatti bollire; alle alte temperature si ha la separazione della fase grassa, cioè quella che possiede una consistenza molto simile al burro ed è di colore giallastro. Il prodotto ottenuto è chiamato burro crudo (o grezzo), che per la sua durezza viene in genere conservato in contenitori aperti o in vasche. Questo primo prodotto di raffinazione è molto difficile da trovare in Europa poiché poco stabile e soggetto ad un veloce irrancidimento.
Per assicurare la commercializzazione di una materia prima più sicura è necessario sottoporre il prodotto ad una seconda raffinazione di tipo fisico per eliminare completamente le impurità e garantirne una maggiore stabilità nel tempo; si procede filtrando il prodotto attraverso un comune panno per la filtrazione del formaggio. Questa lavorazione permette di mantenere intatte tutte le proprietà del burro e di avere la possibilità stoccarlo in stampi più maneggevoli, si ottiene così il burro puro di karitè, il nostro burro!
Quello raffinato si ottiene sottoponendo il prodotto a diversi cicli di filtraggio, distillazione e filtrazione che consistono in un primo lavaggio con acido citrico per eliminare completamente le impurità, una distillazione degli acidi grassi in corrente di vapore e una filtrazione su cartone naturale, che permette di eliminare l’odore di affumicato e che lo rende più adatto ad essere utilizzato. Il prodotto che si ottiene da questa lavorazione è un burro morbido e bianco.
L’ultima lavorazione a cui viene sottoposto il burro raffinato per ottenere quello ultra raffinato prevede l’utilizzo di solventi come gli esani, conservanti e antiossidanti al fine di ottenere un prodotto più facilmente utilizzabile nei processi di produzione di cosmetici; questo causa però la perdita di buona parte degli attivi, con conseguente perdita in termini di proprietà del burro di karitè.
Come tutte le materie prime ottenute dalla lavorazione di piante o da parti di esse, la composizione è variabile a causa di alcuni fattori come il periodo di raccolta, le condizioni climatiche in cui cresce la pianta oppure i metodi di estrazione utilizzati per ottenere le materie prime da usare in cosmetica.
Il burro di karitè è costituito principalmente da una miscela attiva di acidi grassi quali:
Ma non solo, il burro di karitè è ricchissimo di antiossidanti, come la vitamina E, che combatte i radicali liberi e migliora la microcircolazione sanguigna, e di vitamina A, che previene e combatte rughe, eczemi, dermatiti e aiuta a cicatrizzare i segni della pelle, come ad esempio piccole cicatrici e segni di acne.
Le proprietà cosmetiche del burro di karitè
Come abbiamo visto in precedenza, grazie alla sua ricca composizione in acidi grassi preziosi per la nostra pelle, il burro di karitè può essere utilizzato su tutte le parti del corpo, dalla testa ai piedi, capelli compresi.
Qualsiasi tipo di pelle, infatti, può trovare notevole giovamento e miglioramento dall'uso del burro di karitè.
Come abbiamo detto, grazie alle sue preziose proprietà , gli usi del burro di karitè sono davvero vari. Ecco come utilizzare la materia prima per autoprodurre ricette cosmetiche per diverse parti del corpo:
Ecco invece come usarlo senza doverlo lavorare:
Partendo dai capelli, il burro di karitè può essere utilizzato per una maschera ristrutturante pre-lavaggio.
Si può applicare sui capelli asciutti e dopo una posa di 15 minuti si procede lavando i capelli come di consueto. Oppure può essere usato come prodotto di styling per chi possiede i capelli ricci, infatti una piccola quantità può essere applicata sui capelli asciutti per donare definizione e lucentezza, può sostituire con successo le classiche cere per capelli.
Date le sue spiccate proprietà emollienti, tonicizzanti e antiossidanti il burro di karitè può essere applicato sulla pelle del viso come idratante, risulta essere molto efficace sulle pelli secche a cui dona lucentezza e benessere; può inoltre sostituire il classico burro cacao se applicato sulle labbra.
Può essere utilizzato anche nel contorno occhi poiché dona elasticità e favorisce la rigenerazione del collagene.
Per la secchezza di mani e piedi questo burro può essere utilizzato per degli impacchi idratanti, magari durante la notte se applicato abbondantemente comprendo le parti con guanti o calzini di cotone per favorire l’assorbimento.
Risulta molto efficace anche come idratante per il corpo, può essere applicato sulle smagliature andando a migliorare l’aspetto esplicando la sua azione elasticizzante o come prevenzione dalle donne in gravidanza (è un valido sostituto dell’olio di mandorle, anche se come vedremo in seguito possono essere utilizzati in associazione), inoltre può essere applicato come idratante post depilazione in quanto possiede proprietà lenitive e cicatrizzanti.
Grazie alla sua azione filmogena può essere applicato nella zona pannolino dei neonati per prevenire o lenire gli arrossamenti.
Proprio per queste ultime proprietà può essere applicato come lenitivo su piccole scottature, contusioni, dolori articolari e muscolari.
Tutti questi benefici sono attribuibili alla sua elevata percentuale di lipidi insaponificabili, che formano un film protettivo sulla pelle schermandola dalle aggressioni esterne (come aria fredda, inquinamento atmosferico e raggi solari) e reidratandola allo stesso tempo. Infatti oltre alle proprietà emollienti, il burro di karitè vanta anche una leggera attività schermante dei raggi UV.
Come utilizzare il burro di karitè in associazione con altre materie prime
Nella nostra routine quotidiana possiamo associare il Burro di Karitè ad altre materie prime.
Per beneficiare al massimo delle sue proprietà cosmetiche può essere utilizzato in sinergia con:
Il suo nome INCI è Butyrospermun parkii (shea) butter e in base alla sua posizione nell’elenco della composizione possiamo dedurre la concentrazione a cui è stato aggiunto alla preparazione, questa sarà specifica per ogni tipologia di preparazione, differente quindi in base a dove dovrà essere applicato il cosmetico.
Per esempio nelle creme viso può essere aggiunto fino al 10%, al di sopra di questa concentrazione la preparazione risulterebbe piuttosto pesante.
Nel caso di preparazioni come creme corpo la concentrazione di burro di karitè potrebbe raggiungere il 20%.
E’ quindi un composto molto diffuso nelle preparazioni cosmetiche, poiché come abbiamo visto in precedenza il burro di karitè ha delle ottime e preziose proprietà.
Non sempre il burro di karitè proviene da agricoltura biologica e questo aspetto non può essere dedotto dall’INCI, ma dalle certificazioni che l’azienda produttrice e il prodotto posseggono.
Esistono diversi enti certificatori, tra cui CCPB, uno degli organismi di controllo più seri e severi in campo di certificazioni cosmetiche.
Queste caratteristiche presuppongono l’adesione dell’azienda che sceglie di certificare i propri prodotti con CCPB a determinate linee guida in fatto di tracciabilità delle materie prime di partenza (che devono possedere a loro volta la certificazione), stoccaggio delle stesse nei procedimenti di produzione del cosmetico e infine di stoccaggio sia delle materie prime che del prodotto finito.
CCPB è il primo organismo italiano riconosciuto da NATRU
Natru è una organizzazione internazionale, rigorosa, trasparente e senza scopo di lucro di cui fanno parte molti produttori europei che, in assenza di un regolamento internazionale in materia di cosmetici biologici vero e proprio, (ad oggi infatti non esiste una normativa ufficiale dei cosmetici naturali e biologici finiti, ma esistono solo standard privati) ha creato uno standard per cosmetici biologici che garantisce un fondamentale requisito di base, e cioè che tutti i prodotti finiti naturali e biologici devono essere conformi al regolamento sui cosmetici dell'UE 1223/2009.
Questo organismo individua tre livelli di certificazione per il cosmetico:
La valutazione della provenienza delle materie prime è molto importante poiché come sappiamo bene i prodotti privi di certificazioni potrebbero essere coltivati e lavorati utilizzando pesticidi e solventi che poi rimangono nel prodotto finito rivelandosi potenzialmente nocivi per la nostra salute.