Quando si tratta di scegliere una crema solare, la sicurezza è una priorità per tutti. Negli ultimi anni sempre più persone sono alla ricerca di creme solari senza oxybenzone, senza parabeni e siliconi. Ora anche un nuovo ingrediente è finito al centro di tante disacussioni, il biossido di titanio. Vediamo insieme perché e quali sono le alternative sicure per la pelle e per l'ambiente. In questo articolo vedremo:
La premessa da fare è doverosa: tutte le creme solari in commerci sono sicure. Per essere classificate come creme solari e quindi essere messe in vendita come tali, devono passare dei test che ne valutano l'efficacia e che stabiliscono il loro SPF.
SPF sta per "Sun Protection Factor" (Fattore di Protezione Solare) e misura quanto tempo una persona può rimanere al sole senza scottarsi rispetto a quanto potrebbe rimanere senza protezione.
Per esempio, se una persona può rimanere al sole per 10 minuti senza scottarsi, l'applicazione di un prodotto con SPF 30 gli permetterà di rimanere al sole per 300 minuti (cioè, 30 volte più a lungo) senza scottarsi, sempre che il prodotto sia applicato correttamente e che non ci siano altri fattori che influenzino la protezione solare, come il sudore, l'acqua o l'attrito.
Tuttavia, è importante notare che l'SPF è un indicatore della protezione dai raggi UVB, che sono responsabili delle scottature solari. Non fornisce informazioni sulla protezione dai raggi UVA, che possono contribuire all'invecchiamento della pelle e aumentare il rischio di malattie. Per questo motivo, si consiglia sempre di utilizzare prodotti per la protezione solare che offrano protezione sia dai raggi UVB che dagli UVA, indicati come "ampio spettro".
Ne abbiamo parlato in un nostro approfondimento sul nostro profilo Instagram:
Sappiamo dunque che tutte le creme solari in commercio sono sicure e, a seconda delle indicazioni che troviamo in etichetta, sappiamo che ci proteggeranno dai danni dei raggi UVB e UVA. Ma come scegliere una crema solare?
Le creme solari in commercio possono avere filtri solari chimici o fisici: sono questi gli ingredienti capaci di proteggerci dalle radiazioni solari. Di questo argomento ne parliamo in un nostro approfondimento che merita una lettura e che è possibile trovare qui.
Sia le creme con filtri chimici che quelle con filtri fisici hanno ingredienti che nel corso tempo sono finiti sotto la lente di ingrandimento per vari motivi. Molte persone oggi cercano creme solari senza oxybenzone, oppure creme solari senza parabeni o siliconi e ultimamente anche senza biossido di titanio. Ma perché questi ingredienti sono finiti sotto la lente d'ingrandimento? Vediamolo insieme!
L'oxybenzone è un composto chimico comunemente utilizzato come filtro solare in creme solari e anche in altri cosmetici. È efficace nel proteggere la pelle dai raggi UVB e UVA, ma nel tempo sono usciti diversi studi scientifici che ne evidenziavano le criticità.
Riportiamo qua due esempi più spesso citati:
Fonte: Schnitzler, P., Schönborn, J., Lehmann, L., Bresgen, N., & Gallé, J. (2008). Influence of the sunscreen benzophenone-3 (oxybenzone) on the endocrine system and the thyroid gland of male rats. Environmental Health Perspectives, 116(7), 879–884.
Fonte: Mattes, D., Wang, Q., Volksdorf, T., Zdzieblik, D., Schrader, A., Scherner, C., Proksch, E., & Mangelsdorf, I. (2019). Penetration of oxybenzone into human epidermis after application in sunscreen spray formulation: effects of mechanical rubbing and epidermal barrier impairment. Journal of the American Academy of Dermatology, 81(3), 713–719.
È importante notare che il dibattito scientifico su questo argomento è in corso e che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno gli effetti dell'oxybenzone sulla salute umana.
Però questo ingrediente è sotto osservazione anche per quanto riguarda il suo impatto sugli ecosistemi marini, in particolare sui coralli. Anche qui, riportiamo solo due esempi:
Fonte: Downs, C. A., Kramarsky-Winter, E., Segal, R., Fauth, J., Knutson, S., Bronstein, O., Ciner, F. R., Jeger, R., Lichtenfeld, Y., Woodley, C. M., Pennington, P., Cadenas, K., Kushmaro, A., & Loya, Y. (2016). Toxicopathological effects of the sunscreen UV filter, oxybenzone (benzophenone-3), on coral planulae and cultured primary cells and its environmental contamination in Hawaii and the U.S. Virgin Islands. Archives of Environmental Contamination and Toxicology, 70(2), 265–288.
Fonte: Tsui, M. M. P., Leung, H. W., & Wai, T. C. (2018). Effects of UV filters and environmental hormones on primary hepatocytes isolated from green turtles Chelonia mydas. Science of the Total Environment, 619–620, 1266–1275.
Questi sono solo alcuni esempi di studi che hanno dimostrato gli effetti dannosi dell'oxybenzone sui coralli e sugli ecosistemi marini. La ricerca continua anche su questo argomento ma intanto alcuni paesi hanno vietato l'utilizzo di questo ingredienti e di altri filtri chimici proprio per preservare la barriera corallina.
Per proteggere gli ecosistemi marini e i coralli in particolare, lo stato delle Hawaii ha approvato una legge nel 2018 per vietare la vendita di creme solari contenenti oxybenzone e octinoxate a partire dal 1° gennaio 2021. La decisione di adottare queste misure legislative è stata guidata dalla crescente preoccupazione per il deterioramento dei coralli e degli habitat marini causato dai prodotti solari contenenti determinati ingredienti chimici.
Altri paesi come Palau e alcune delle Isole Vergini degli Stati Uniti, ne hanno seguito le orme e Palau, già nel 2020 vietava l'utilizzo di creme solari contenenti questi due ingredienti, notizia che avevamo seguito con grande attenzione e che avevamo riportato qui.
Nel 2021 è nato quindi il Trattato delle Hawaii o Hawaii Reef Bill, che ha messo al bando le creme solari contenenti oxybenzone e octinoxate. L'adesione a questo trattato rappresenta un impegno condiviso per proteggere uno dei gioielli naturali più preziosi del pianeta e per promuovere pratiche sostenibili nell'industria cosmetica e del turismo.
"Molte cose uccidono le barriere coralline, ma sappiamo che l'oxybenzone impedisce loro di tornare indietro” spiegava al New York Times Craig Downs, uno degli scienziati dello studio del 2015 già citato in questo articolo. E aggiungeva che questa sostanza colpisce anche i ricci di mare e uccide le alghe, fonte di cibo per le tartarughe marine.
Non stupisce quindi che oggi molte persone cerchino creme solari senza oxybenzone.
E' possibile che nei prossimi anni altri filtri chimici finiscano sotto la lente d'ingrandimento della ricerca e magari vengano segnalati nel Trattato delle Hawaii perché critici. In particolare
Moltissime persone sono alla ricerca di creme solari senza parabeni e siliconi.
I parabeni sono una classe di conservanti utilizzati nei cosmetici e in altri prodotti per la cura personale per prevenire la crescita di batteri, muffe e lieviti. Tuttavia, i parabeni sono stati oggetto di preoccupazioni per la salute e per l'ambiente.
I siliconi, d'altra parte, sono una classe di composti chimici utilizzati spesso nei cosmetici per le loro proprietà idrorepellenti, emollienti e protettive. Anche se i siliconi sono generalmente considerati sicuri per l'uso cosmetico, alcune persone preferiscono evitarli per preoccupazioni ambientali o perché possono causare un accumulo di residui sulla pelle.
Su questo argomento si può leggere il nostro approfondimento qui: Siliconi nei cosmetici: tutto quello che c'è da sapere per sceglierli o evitarli
I principali motivi per cui parabeni e siliconi finiscono nella lente d'ingrandimento proprio per quanto riguarda la scelta di creme solari dipende principalmente da
Allergie e sensibilità cutanee: alcune persone possono essere sensibili ai parabeni e ai siliconi e possono sperimentare irritazioni cutanee, eruzioni cutanee o altri problemi dermatologici a causa di tali ingredienti. Scegliere creme solari senza parabeni e siliconi può aiutare ad evitare tali reazioni cutanee indesiderate.
Preoccupazioni ambientali: i parabeni e i siliconi possono avere un impatto ambientale negativo una volta che sono stati lavati via e finiscono negli scarichi delle acque reflue. Alcune persone preferiscono utilizzare prodotti che siano più eco-friendly e biodegradabili, riducendo così il loro impatto sull'ambiente.
Il biossido di titanio è un composto chimico inorganico e la sua formula è TiO2. È un solido bianco, insolubile in acqua e ampiamente utilizzato in diversi settori, inclusi quelli cosmetico, alimentare, farmaceutico e industriale. Ecco i suoi principali utilizzi:
E' stato oggetto di studio e, nel 2021, l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha concluso la rivalutazione dell’E171 ritenendolo non sicuro come additivo alimentare. In particolare le criticità sollevate riguardavano l'emergere di prove della sua genotossicità, ossia la capacità di una sostanza di danneggiare il DNA delle cellule, derivante dall'indigestione e dall'accumulo di sue particelle nell'organismo.
Il Biossido di Titanio non si può quindi più usare in Europa come additivo alimentare, ma il suo utilizzo non è mai risultato critico come ingrediente cosmetico, quindi il suo utilizzo è totalmente sicuro per quanto riguarda i cosmetici.
Molte persone però ugualmente cercano oggi creme solari senza biossido di titanio.
Quando ci siamo cimentati nella formulazione di creme solari la nostra scelta è ricaduta sui filtri fisici perché
Le creme solari 'Osolebio de La Saponaria sono quindi senza oxybenzone e senza alcun filtro chimico, non contengono all'interno parabeni o siliconi che non sono ammessi dal disciplinare del biologico e che non utilizziamo mai, in nessuna delle nostre formulazioni e sono anche senza biossido di titanio.
Anche se questo ingrediente non risulta critico per la salute o per l'ambiente, nelle nostre formule solari abbiamo scelto di utilizzare un altro filtro fisico, l'ossido di zinco.
Riflette sia i raggi UVB che gli UVA. Si presenta come una polverina bianca e possiamo trovarlo in numerosi cosmetici per le sue proprietà antibatteriche, lenitive e per il suo effetto barriera. E’ molto ben tollerato dalla pelle, tanto che il suo uso più comune e conosciuto è proprio nella pasta all’ossido di zinco che si utilizza per il cambio pannolino dei bimbi piccoli.
Lo troviamo anche in tanti prodotti per il make-up per il suo potere pigmentante.
L'Haereticus Enviromental Laboratory (HEL), è un'organizzazione scientifica senza scopo di lucro, che si dedica ad aumentare la conoscenza scientifica, sociale ed economica degli habitat ambientali naturali al fine di conservarli e ripristinarli. Proprio l'HEL ha progettato una certificazione chiamata 'Protect Land + Sea' che attesta come sicuri diversi solari tra cui quelli contenenti Zinco Oxide (non-nano).
Tutti i solari La Saponaria hanno al loro interno filtri solari non-nano, e anzi, lo zinco ossido presente in formula è stato sottoposto a uno studio che ha evidenziato che la sua composizione non mette a rischio la barriera corallina o l’ecosistema marino in generale perché le concentrazioni residue hanno un valore molto più basso rispetto a quello dannoso per l’ambiente acquatico.
Lo abbiamo scelto per questo quindi e anche perché si è dimostrato estremamente sicuro per la pelle, passando brillantemente tutti i numerosi test a cui lo abbiamo sottoposto. Per saperne di più sulle nostre formule solari e sui test effettuati si può leggere l'articolo qui.
E se i filtri fisici in passato risultavano pastosi e difficili da spalmare e potevano lasciare scia biancha, oggi le formulazioni in Latte solare si sono ampiamente dimostrate comodissime, a prova di bambini che corrono via e non lasciano scia bianca: l'effetto fantasmino è ormai un lontano ricordo!