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Gli approfondimenti de La Saponaria

Bidet: come mai si usa solo in Italia e cosa dice del nostro stile di vita

Il bidet per noi italiani è un’abitudine semplice, quasi scontata, ma nel resto del mondo è una pratica quasi sconosciuta

Se c’è un oggetto che, entrando in un bagno italiano, cattura subito l’attenzione, quello è il bidet. È il simbolo di quell’idea di igiene quotidiana che noi diamo per scontato, ma che molti stranieri guardano con curiosità o perplessità. Ma perché il bidet si usa quasi esclusivamente in Italia? E com’è possibile che, pur essendo nato in Francia, sia diventato un’icona tutta italiana?

In questo articolo lo scopriremo insieme, seguendo questi punti:

Le origini del bidet: dalla Francia all’Italia

Nonostante oggi il bidet sia considerato un simbolo tipicamente italiano, le sue origini risalgono alla Francia del XVII secolo. La parola “bidet” in francese indica letteralmente un “cavallino”, e inizialmente l’oggetto aveva proprio la forma di un piccolo cavallo su cui ci si sedeva per lavarsi le parti intime. L’idea, molto semplice, era quella di avere un recipiente con dell’acqua che permettesse di pulirsi senza fare il bagno completo, pratica comune soprattutto tra le classi più agiate.

Nel corso dei secoli, il bidet si diffuse gradualmente in Europa, arrivando nei salotti e nei bagni delle case nobiliari francesi e poi in quelli di altre nazioni. Tuttavia, in Francia e in altri Paesi, non si diffuse su larga scala, probabilmente perché le abitudini igieniche erano diverse e i bagni delle case erano strutturalmente poco adatti a ospitare questo piccolo sanitario.

È in Italia che il bidet trovò terreno perfetto per affermarsi. Arrivò tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700, e inizialmente si trovava nelle case delle famiglie più ricche. Si diffuse poi rapidamente, diventando quasi un obbligo nei nuovi edifici residenziali. Il motivo? Una combinazione di cultura dell’igiene, leggi sugli edifici e, forse, anche un po’ di orgoglio italiano.

Il bidet nel contesto italiano

Gli italiani hanno sempre attribuito grande valore all’igiene personale, molto più di quanto accadesse in altri Paesi europei fino alla metà del Novecento. In un periodo in cui all’estero il bagno completo era un rituale settimanale o comunque poco frequente, in Italia la cura quotidiana del corpo era già un’abitudine radicata. Non sorprende quindi che il bidet sia diventato presto un alleato indispensabile: pratico, veloce e sempre a portata di mano, permetteva di rinfrescarsi dopo l’uso del WC o ogni volta che si desiderava una sensazione immediata di pulizia. Una tradizione che racconta non solo un’abitudine, ma un modo di prendersi cura di sé con gesti semplici e delicati, privilegiando acqua e detergenti gentili rispetto a soluzioni più aggressive o usa-e-getta.

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Negli ultimi anni, però, anche il rapporto degli italiani con il bidet sta evolvendo. Le generazioni più giovani, complice la vita in città e gli spazi domestici spesso ridotti, guardano con interesse a soluzioni alternative come le doccette multifunzione o i moderni WC con bidet integrato. Innovazioni che puntano non solo a ottimizzare lo spazio, ma anche a rendere l’igiene quotidiana più efficiente e sostenibile.

Lavarsi con acqua e saponi naturali permette infatti di ridurre l’uso di salviette monouso e prodotti usa-e-getta, sposando una visione più responsabile sia verso la pelle che verso l’ambiente. Nonostante questi cambiamenti, per la maggior parte degli italiani il bidet rimane un elemento irrinunciabile: un simbolo di comfort, cura quotidiana e attenzione al benessere che da sempre caratterizza la nostra cultura.

Perché all’estero il bidet non si usa

La scarsa diffusione del bidet fuori dall’Italia non è un caso, ma il risultato di una serie di fattori storici, culturali e pratici. Le prime diffidenze nacquero già tra Settecento e Ottocento, quando in Francia il bidet venne introdotto nei bordelli e associato all’igiene delle prostitute. A ciò si aggiunse una credenza errata, molto diffusa fino al Novecento, secondo cui lavarsi le parti intime dopo un rapporto sessuale potesse funzionare come metodo contraccettivo. Questa associazione fra bidet, sessualità e “immoralità” compromise profondamente la reputazione dell’apparecchio, soprattutto nei Paesi protestanti, dove la morale religiosa era più rigida rispetto ai Paesi cattolici.

Fu proprio nei contesti protestanti (Regno Unito, Germania e Stati Uniti) che il pregiudizio attecchì maggiormente. Non solo il bidet veniva percepito come un oggetto legato a pratiche considerate peccaminose, ma gli stessi contatti con la cultura francese non aiutarono. Durante la Seconda guerra mondiale molti soldati americani, tedeschi e inglesi lo conobbero nei bordelli di Parigi, rafforzando l’idea che fosse uno strumento “scabroso”. Non stupisce quindi che, negli Stati Uniti, alcuni hotel, come il Ritz di New York, siano stati costretti a rimuoverli per le proteste dei gruppi moralisti. 

A questi fattori si aggiunge una questione molto pratica: lo spazio. I bagni delle abitazioni anglosassoni e nordeuropee sono spesso piccoli e progettati senza prevedere sanitari aggiuntivi. L’idea di dedicare un elemento specifico alla pulizia post-WC è considerata superflua, soprattutto laddove si utilizzano alternative consolidate come carta igienica, salviette umidificate o docce rapide. In Giappone, invece, il bidet non è mai arrivato nella sua forma tradizionale perché si è preferito sviluppare i washlet: WC elettronici con getti d’acqua integrati e funzioni avanzate.

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La situazione è molto diversa in Italia, Portogallo, Spagna e in parte della Francia, dove il bidet è rimasto un elemento familiare del bagno. In Italia, addirittura dal 1975, è obbligatorio per legge installarne almeno uno nelle abitazioni. Al di fuori dell’Europa, il bidet è piuttosto comune in Sud America, grazie alle influenze culturali mediterranee, e in alcuni paesi del Nord Africa. Negli Stati Uniti, invece, si sta diffondendo solo di recente, soprattutto nelle case più moderne o attente alla sostenibilità, come alternativa più igienica e meno impattante rispetto all’uso massiccio di carta igienica.

In sintesi, il bidet non è mai diventato globale non perché sia inutile, ma perché si è scontrato con abitudini diverse, vecchi pregiudizi e modi di vivere il bagno che per molti anni ne hanno limitato l’adozione. L’Italia resta l’eccezione: qui il bidet ha messo radici prima di diventare oggetto di pregiudizio e continua a essere parte integrante della routine quotidiana.

Il bidet come scelta sostenibile

Quando si parla di sostenibilità quotidiana, il bidet è una piccola scelta che può fare una grande differenza. Non si tratta solo di una questione culturale o di comfort, bensì il bidet rappresenta una soluzione più ecologica, più delicata sulla pelle e, in molti casi, più salutare rispetto all’uso esclusivo della carta igienica.

Inoltre, i numeri parlano chiaro: ogni anno, negli Stati Uniti vengono utilizzati circa 36 miliardi di rotoli di carta igienica. Questo significa 15 milioni di alberi abbattuti, oltre 2.000 miliardi di litri d’acqua impiegati nella produzione e 17,3 terawatt di elettricità consumati. Una filiera dispendiosa, ma soprattutto invisibile ai nostri occhi. Al contrario, l’acqua necessaria per un singolo utilizzo del bidet è sorprendentemente poca: in media mezzo litro, molto meno di quanto servirebbe per produrre la carta equivalente a una sola sessione di pulizia. Scegliere il bidet significa quindi ridurre l’impatto ambientale legato allo smaltimento della carta, diminuire il consumo di acqua industriale e contribuire alla salvaguardia delle foreste, fondamentali per l’assorbimento di CO₂ e la biodiversità.

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Ma non è solo l’ambiente a trarne beneficio: anche la salute personale ne guadagna. Diversi studi evidenziano come usare regolarmente il bidet possa contribuire a ridurre l’insorgenza di emorroidi e di disturbi urogenitali, migliorando il benessere intimo quotidiano. In generale, lavarsi con acqua e detergenti delicati riduce il rischio di irritazioni e microabrasioni che la carta igienica può provocare, prevenendo fastidi e infiammazioni.

Insomma, dal punto di vista ambientale, igienico e sanitario, il bidet è una scelta più responsabile sia per il presente che per il futuro. 

Curiosità e aneddoti sul bidet

Il mondo del bidet è pieno di dettagli curiosi che raccontano molto della cultura italiana. 

L’Italia, in effetti, è uno dei Paesi con più bidet per abitante al mondo. Si stima che quasi tutte le abitazioni lo abbiano, tanto che molti lo considerano un elemento imprescindibile del bagno domestico. Il bidet è vissuto come un vero e proprio rituale quotidiano, legato non solo alla pulizia dopo l’uso del WC, ma anche ad un’ottica di freschezza e cura personale che accompagna la routine di ogni giorno. 

Non sorprende che il bidet sia entrato anche nella cultura popolare. Alcuni film italiani, programmi TV e persino canzoni hanno citato questo oggetto come emblema di italianità, raffinatezza domestica e cura della persona. Spesso viene usato per sottolineare la differenza tra la quotidianità italiana e quella di altri Paesi, creando situazioni comiche o di stupore. 

Un altro aneddoto curioso riguarda i turisti stranieri, in particolare quelli provenienti da Paesi dove il bidet è quasi sconosciuto. Di fronte a questo piccolo sanitario si trovano spesso spaesati, senza sapere come usarlo, e finiscono per chiedere istruzioni ai padroni di casa o provare a capire il funzionamento da soli, con risultati spesso divertenti.

Oltre alla sua funzione pratica, il bidet racconta anche un percorso di design e innovazione. Dai modelli sospesi a quelli più moderni integrati nel WC, la sua evoluzione riflette i cambiamenti nel gusto estetico e nella tecnologia dei bagni italiani. In questo senso, il bidet è un vero simbolo culturale che unisce tradizione, stile e abitudini quotidiane, mostrando quanto gli italiani tengano alla cura di sé e alla pulizia. Anche se può sembrare un dettaglio piccolo e ordinario, il bidet racconta molto della nostra identità e del modo in cui trasformiamo un gesto semplice in un’abitudine di benessere.

Conclusione 

In questo articolo abbiamo scoperto le origini e le curiosità del bidet, un oggetto apparentemente semplice ma carico di storia, cultura e significato. Partendo dalle sue origini in Francia, abbiamo visto come il bidet sia diventato in Italia un vero simbolo di igiene, cura personale e attenzione ai dettagli quotidiani. La sua diffusione nel nostro Paese è stata favorita da abitudini radicate, leggi edilizie e un gusto per il benessere che ha permesso al bidet di affermarsi rapidamente nelle case italiane, mentre altrove, per motivi culturali, religiosi o pratici, non ha mai trovato lo stesso spazio.

Abbiamo anche analizzato il suo ruolo nella sostenibilità. Usare il bidet significa infatti ridurre drasticamente il consumo di carta igienica, salvaguardare alberi e risorse idriche e, al contempo, prendersi cura della propria salute. 

Sebbene la diffusione del bidet nel mondo sia ancora limitata, il fascino del “Made in Italy” e le innovazioni moderne stanno aprendo la strada a una nuova attenzione globale, dimostrando che igiene, comfort e sostenibilità possono convivere in un gesto semplice come l’uso quotidiano del bidet.

Simona

Scritto da Simona

È la scrittrice digital de La Saponaria, sempre alle prese tra una newsletter da inviare e un articolo del blog da pubblicare, si prende cura dei nostri social e del nostro e-commerce.

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