Gli approfondimenti de La Saponaria
La parabola dello shampoo solido e di come si è evoluto il mondo del bio
Lucia, fondatrice de La Saponaria, ci racconta come è nato lo Shampoo solido ai semi di lino, uno dei primi prodotti che abbiamo formulato. E ripercorrendo la sua storia, conduce una riflessione su come si sono evolute le abitudini delle persone e il mondo del bio in questi ultimi 15 anni.
I pezzi di sapone appena usciti dagli stampi sono stesi ad asciugare su una tavola di legno, abbiamo costruito una piccola rastrelliera con dei materiali di recupero per facilitare la stagionatura. In un piano abbiamo disposto tiglio e malva (il mio preferito, con quei bellissimi fiorellini blu che contrastano con la pasta bianca del sapone), in un piano delle formelle a fiore a base di burro di karité, in uno quello arancione alla Cannella e in un ripiano un nuovo esperimento.
La pasta è bianca e compatta, l’odore è quello deciso del sapone appena fatto, ma affiora qualche gocciolina in superficie. Nel gergo tecnico dei saponieri si dice che il sapone trasuda. Forse c’è ancora da mettere a punto qualcosa nel sistema di estrazione del lino.
Ma l’idea di uno shampoo-sapone, uno shampoo solido è troppo bella. Non possiamo lasciar perdere.
Ci mettiamo a studiare, selezioniamo dei nuovi ingredienti utili per la cura dei capelli che mantengano inalterate le loro proprietà nel processo di saponificazione. Proviamo, ri-proviamo e ri-proviamo ancora. Il prodotto ci soddisfa ma nel corso del tempo il sapone si rovina, invecchia troppo in fretta. Studiamo ancora e ri-proviamo. Finché eccolo, compattezza perfetta, schiumosità ok, formula stabile. Et voilà, il nostro Shampoo solido ai semi di lino è pronto!!
Lo puoi portare in viaggio, non ha flacone, costa poco. Certo, non è che sui capelli abbia proprio l’effetto di uno shampoo liquido, c’è la questione del Ph che con uno shampoo solido saponificato partendo da oli vergini non è ovviabile in nessun modo.
Ma insomma i pregi superano i difetti e per chi ha i capelli non troppo “complicati” e per tutti quelli che hanno i capelli corti è una bella invenzione!! No??
E’ un prodotto artigianale, davvero 100% naturale e fatto con un procedimento a zero impatto ambientale con ingredienti a filiera cortissima.
Poi i semi di lino che utilizziamo per farlo vengono da una coopertiva di agricoltori bio marchigiana. Il suo utilizzo incentiva così la “buona” economia locale e non plus ultra, non richiede l’utilizzo di plastica per trasportarlo.
Ma un’idea così brillante come quella dello shampoo solido, perché non è venuta ad altri??
Già, perché?
Perché questo shampoo solido ai semi di lino è nato ormai più di 15 anni fa negli esperimenti del nostro primissimo laboratorio. E 15 anni fa se eri tra quelli che abbracciavano l’idea di lavarsi i capelli con uno solido eri considerato un vero temerario (e anche un po' un fissato new age).
Allora il numero di persone che si interessava alla cosmetica naturale si poteva contare sulla punta delle dita. I più, se sentivano nominare la parola INCI, pensavamo ad un nuovo ente previdenziale. Oggi pensare che le persone non si preoccupavano assolutamente di cosa erano fatti i cosmetici di uso quotidiano sembra preistoria. In realtà l’obbligo per i produttori di inserire la lista ingredienti in etichetta è del 1976, (per i detersivi ancora non c’è). Le app per decifrare le composizioni dei cosmetici, sono nate relativamente da poco così come la consapevolezza dell’impatto sull’ambiente e sulla propria salute dei cosmetici è maturato lentamente nel corso del tempo.
Solo che 15 anni fa l’isoletta di plastica in mezzo all’oceano c’era già. Segnali allarmanti sull’impatto della plastica - e del nostro stile di vita - nell’ecosistema si potevano cogliere forti e chiari. Il fatto è che il problema era nel nel cuore di pochi e in nessuna agenda politica.
E il nostro shampoo?
Con perseveranza e un po' di cocciutaggine è sempre stato lì, con qualche miglioria nel corso del tempo, sempre lì fiero, ad occupare un posto nel nostro catalogo. Anche se forse non avrebbe dovuto, visto le vendite. Poche. Pochissime.
Ma poi arrivavano quei messaggi del tipo “vi prego non smettete mai di fare lo shampoo solido ai semi di lino, non potrei stare senza” o “avevo una dermatite pazzesca, spendevo fiumi di soldi in Farmacia con prodotti specifici e con pochi euro e il vostro shampoo solido ho risolto. Pazzesco, grazie!”. Oppure ti ricordi di quei clienti che incontri, una volta all’anno e quella volta fanno la scorta annuale dello shampoo “perché ho detto basta alla plastica”. Ecco per loro, lo shampoo è rimasto lì, al suo posto. Anche se nessuno (o quasi) se lo filava.
Finché un giorno..
No, forse a dire il vero non c’è stato un giorno preciso. Ma non è stato neanche un processo lento, diciamo nel giro di pochi mesi le cose per il nostro shampoo solido sono cambiate.
Abbiamo dovuto aumentare velocemente la produzione. Da una “colata” al mese siamo passati a due, poi tre, poi una alla settimana.. fantastico, meraviglioso! wow!
Ma cosa sta succedendo?
Merito di Greta? Merito delle associazioni ambientaliste? Dei disastri ambientali che non possiamo più ignorare? Merito di chi lavora da anni nel biologico, da chi ci è entrato da poco ma con convinzione e non smette di fare proseliti? Merito dei singoli cittadini che hanno capito di avere un potere immenso nelle loro mani attraverso i gesti di ogni giorno ed hanno deciso di esercitarlo?
Merito un po' di tutto, messo insieme.
Lo shampoo solido inizia a vivere così il suo “Rinascimento” e insieme a lui tanti prodotti “green”.
La ricerca - anche nel mondo delle materie prime- si muove veloce in questo ambito e anche noi abbiamo deciso di affiancarlo con due nuovi fratellini 4.0. Due nuovi shampoo solidi che non vengono dalla tradizione della saponificazione ma da una nuova tecnica che prima ci era impossibile. Possiamo chiamarli gli shampoo solido di seconda generazione. Sono fatti con tensioattivi vegetali ed altri estratti vegetali con un processo di compattazione. Hanno ingredienti con filiere produttive un po' più lunghe alle spalle rispetto allo shampoo solido di prima generazione ma sicuramente hanno l’indiscutibile vantaggio per il formulatore di poter agire in maniera più sofisticata sul loro pH e in generale sulla loro composizione. Questo li rende davvero molto simili come efficacia e performance agli omologhi liquidi… ma senza bisogno del flacone per contenerli! Insomma, un compromesso rispetto all'originale shampoo solido ma sicuramente.. un ottimo compromesso!
Per saperne di più sullo shampoo solido e sulla differenza tra shampoo solido ottenuto per saponificazione e quello ottenuto per compattazione degli ingredienti, si può leggere l'articolo di approfondimento qui.
Il mercato del bio
Questo cambiamento epocale nella sensibilità delle persone e dei consumatori non è passato di certo inosservato al mondo economico. Sono così nati un brulicare di shampoo solidi e di “cosmetici naturali”.
Shampoo solidi che alle volte hanno ingredienti così imbarazzanti dal punto di vista ambientale che ci si chiede come facciano davvero ad essere venduti nei negozi e nei reparti “bio”. All’interno di prodotti cosmetici solidi che, nella visione comune, sono l’ultima frontiera dell’ecologia, capita di trovare ingredienti che in un prodotto liquido non ci sogneremo mai di utilizzare o vendere come naturale. Ci si concentra su un aspetto del prodotto, il packaging, ma si perde di vista il suo insieme. (e lo diciamo noi che siamo super attivi sotto il profilo del packaging, qui trovi il nostro articolo di approfondimento Packaging: l'impegno de La Saponaria per un mondo più green)
Lo stesso discorso si può fare per tutti quei cosmetici che vantano “senza questo o senza quell'altro ingrediente” ...ma fatti con cosa? Che filiere incentivano e quali no? Dove sono fatti questi prodotti? Da chi? O quei prodotti certificati bio ma privi di “sostanza”, (non solo privi di sostanze funzionali vere e proprie come spesso accade!) ma anche privi di etica nella catena di fornitura. Con ingredienti che si sono biologici, ma che attraversano avanti e indietro il mondo per arrivare nel prodotto, perdendo il senso ambientale della scelta.
O come quando ti accorgi che la “nota azienda bio” ha sede legale in un paradiso fiscale. In un paradiso fiscale!!!
E allora se un giorno sei felice perché lo Shampoo solido ai semi di lino è stato ri-scoperto da tantissime persone e il bio è uscito (finalmente) dalla sua nicchia, il giorno dopo ti chiedi se davvero è la strada giusta quella che stiamo percorrendo, il modello economico (e sociale) che vogliamo.
O se anche dietro ciò che oggi è considerato “green” e “sostenibile” c’è un modo di pensare, produrre e consumare che è disfunzionale nel suo essere. Ti chiedi se sotto l’involucro verde che è tanto “politically correct” ci sia in realtà un cuore e un sistema marcio. Che sia tutta una moda passeggera.
Poi mi dico che non è - come sempre nella vita - né tutto bianco né tutto nero. Ci sono infinite sfumature di grigio. Mille piccole azioni “sostenibili” di centinaia di persone e aziende anche se non perfette, sono meglio fatte che non fatte. Che i grandi cambiamenti, come spesso amiamo ricordare, partono dalle piccole cose. E che se oggi ci sono mille storture nel settore della cosmetica (come in tanti altri!) comunque la direzione presa è meglio di quella di ieri. Che le cose possono andare meglio.
La direzione è giusta, ma non c'è più tempo
La “parabola dello shampoo solido” racconta un po' di questo. Del fatto che la cosmetica naturale e la consapevolezza verso consumi più sostenibili ha fatto passi da gigante in questi ultimi anni. Che ci sono buche (anche molto profonde) nella strada verso la sostenibilità ma voglio credere che comunque si tratta di una strada tracciata, una strada che punta in una direzione migliore rispetto a ieri.
La seconda cosa che dice questa parabola è che non c’è più tempo.
Dal nostro primo shampoo solido a questo boom nel suo utilizzo e di consapevolezza negli acquisti sono passati 15 anni. Troppi! Non abbiamo tutto questo tempo per ripensare i nostri stili di vita. La curva verso il cambiamento climatico e delle nostre azioni nefaste sull’ambiente è esponenziale.
Anche gli sforzi di ognuno per preservare il preservabile del nostro Mondo devono essere esponenziali. Non c’è più tempo per far finta di niente. Bisogna agire subito.
Se non ora, quando?